Nel 2018, con le “Linee di Indirizzo per l’applicazione del Regolamento per l’aggiornamento della competenza professionale”, il Consiglio Nazionale Ingegneri ha riorganizzato e sintetizzato in un Testo Unico tutta la materia che disciplina l’aggiornamento professionale degli iscritti all’Albo e il relativo riconoscimento dei crediti formativi professionali.

Al capitolo 5 -Apprendimento Informale- si legge che: la certificazione di competenze emessa dall’Agenzia Nazionale della Certificazione delle Competenze istituita dal CNI e denominata Agenzia CERTING, permette il riconoscimento di 15 CFP l’anno.

A primo acchito sembrerebbe un mero tributo allo sviluppo dell’agenzia Certing, ma allora non si spiegherebbe il richiamo, nelle righe successive, ad analogo riconoscimento per altri enti di certificazione qualificati e all’uopo riconosciuti dal CNI. C’è dietro, evidentemente, una motivazione più articolata e un ragionamento più raffinato che parifica, ai fini del riconoscimento dei crediti formativi professionali, la certificazione delle competenze alle attività formative.

Proviamo ad esplorare questa motivazione partendo dalla definizione dei termini in campo: conoscenza (per la formazione) e competenza (per la certificazione).

Per conoscenza, in ambito professionale, si intende l’acquisizione di contenuti; cioè di principi, teorie, concetti, termini, regole, procedure, metodi e tecniche.

Per competenza si intende l’utilizzazione delle conoscenze acquisite per risolvere situazioni problematiche o produrre nuovi “oggetti” (inventare, creare): è l’applicazione concreta di una o più conoscenze teoriche a livello individuale.

Di più, la competenza si può definire come un comportamento mirato all’esecuzione di un compito. Un comportamento che è la risultante di un insieme di conoscenze teoriche e di abilità tecnico-pratiche.

Conoscenze, competenze e capacità si alimentano a vicenda nei processi di apprendimento e nelle azioni concrete dando luogo ad un processo circolare, ad un continuo feedback di correzioni e aggiustamenti che porta ad ulteriori processi di autoapprendimento.

La competenza presuppone una capacità di scelta: è l’agire personale e socialmente apprezzabile di un professionista, basato sulle conoscenze e sulle abilità acquisite, che si attua in un contesto ed è finalizzato a rispondere ad una esigenza, a risolvere un problema, ad eseguire un compito, ad attuare un progetto.

Risulta forse più chiaro, allora, come la competenza sia una caratteristica individuale che comporta la capacità di saper integrare le conoscenze pregresse, le abilità, i comportamenti individuali e relazionali, gli atteggiamenti emotivi, le scelte valoriali, le motivazioni e i fini per contestualizzarli e finalizzarli a risolvere situazioni problematiche. Essa implica pertanto la mobilitazione delle conoscenze, il “saper fare” e il “saper far fare”. In definitiva la competenza non si costruisce solo assimilando conoscenze, ma mobilitandole ed utilizzandole al momento giusto, in tempo reale e in modo coerente con la situazione e per questo motivo nasce da una continua interazione tra individuo, ambiente e società.

La competenza, dunque, presuppone la conoscenza. Una conoscenza che si può acquisire in vari modi: formali, non formali e informali, e a cui serve un processo di sedimentazione per tramutarsi in competenza.

La certificazione delle competenze non fa altro che appurare tutto questo, verificando che il candidato alla certificazione sia in possesso (anche) della conoscenza necessaria per espletare un atto professionale; che questa conoscenza sia aggiornata dal punto di vista tecnico e normativo e che, soprattutto, sia attivata dal professionista di fronte ad un problema da risolvere.

Il mantenimento della certificazione è garanzia della costante manutenzione (anche) della conoscenza ed è il presupposto del riconoscimento dei crediti formativi concessi.

A questo ragionamento, che ha valenza generale, è bene si aggiunga come l’agenzia Certing prenda in considerazione solamente quella formazione/conoscenza specifica che alimenta con continuità la competenza certificata dell’Ingegnere e non considera la formazione generica, anche se quest’ultima rilascia CFP.

I crediti formativi assegnati con la certificazione non sono quasi mai una “duplicazione” rispetto ai CFP riconosciuti dalle iniziative formative degli Ordini o dello stesso CNI. Potrebbero esserci, in alcuni casi, delle sovrapposizioni ma possiamo affermare con sicurezza che un ingegnere certificato da Certing è ben formato proprio rispetto al campo e alla specializzazione in cui opera, altrimenti non gli verrebbe concessa la certificazione. Rileggendo in sequenza tutte le affermazioni presenti nell’articolo, si capisce, dunque, come la certificazione delle competenze garantisca ampiamente anche rispetto alle motivazioni che avevano spinto il legislatore a introdurre la formazione obbligatoria.