“Come Consiglio Nazionale degli Ingegneri esprimiamo soddisfazione per l’avvio di una riforma organica delle professioni che porta a completamento le modifiche introdotte con la 137/2012”.
Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI, commenta così la riforma degli ordinamenti professionali contenuta nel disegno di legge di delega, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, che mira ad una revisione organica delle normative vigenti, puntando ad un sistema delle professioni più coerente e moderno.
La riforma coinvolge una vasta platea di circa 1,6 milioni di professionisti, tra cui quelli dell’area tecnica. Tra i punti di maggiore interesse per la categoria degli ingegneri si possono citare la revisione della disciplina dell’equo compenso, la revisione della formazione continua e del tirocinio e il riordino delle competenze, delle attività professionali riservate e delle specializzazioni.
“Tra le altre cose, il nostro auspicio – prosegue Perrini – è che venga riformato l’accesso alle professioni con la modifica delle modalità di sostenimento dell’esame di abilitazione, di cui si parla nella legge delega, portando a compimento per la professione di ingegnere l’introduzione della laurea abilitante già richiesta dal Consiglio Nazionale ai sensi dell’art. 4 della legge 163/2021, di cui si fa menzione alle lettere d ed e dell’art. 2 dello stesso disegno di legge delega. Esprimiamo soddisfazione anche per la volontà di introdurre il principio dell’equo compenso a tutte le prestazioni professionali, di semplificare gli adempimenti per gli ordini e di unificare e semplificare le procedure di nomina e di funzionamento dei consigli disciplinari territoriali e nazionali. Ribadiamo la necessità che la vigilanza resti attribuita al Ministero della giustizia, al fine di mantenere e consolidare la funzione degli ordini di controllo della correttezza e competenza con cui i propri iscritti rendono i servizi alla società civile”.
L’importanza e la delicatezza degli argomenti trattati nel ddl, che esprime principi "sani" e condivisibili in linea generale, impongono grande attenzione e senso di responsabilità.
“L’ampia e variegata articolazione del mondo professionale – conclude il Presidente del CNI - che spazia da quelle storicamente regolamentate a quelle di più recente istituzione a regime associativo, e la vastità delle materie trattate, impongono - a nostro avviso – una interlocuzione strettissima e diretta con le singole realtà più strutturate. La fase di definizione dei principi e ancor più quella di attuazione attraverso i decreti legislativi richiederà, dunque, molta attenzione e siamo sicuri che non vorrà mancare da parte dei Ministeri il coinvolgimento diretto dei Consigli Nazionali in rappresentanza delle singole professioni, ciascuna con le sue peculiarità, in special modo laddove si dovrà parlare di «riordino» delle competenze”.