Nonostante il rallentamento dell’economia e gli scenari di crisi che si profilano nel breve e medio periodo, la domanda di lavoro, specie per alcune figure professionali, resta elevata e non priva di contraddizioni.

L’ultima rilevazione del Sistema informativo Excelsior indica un fabbisogno di 1.379.830 lavoratori avanzato dalle imprese per il periodo aprile-giugno 2022.

Dei 76.200 lavoratori e lavoratrici operanti nelle professioni ad alta specializzazione, richiesti nei prossimi mesi, ben 18.000 riguardano i laureati in ingegneria e professioni assimilate (di cui 13.720 ingegneri), seguiti da un fabbisogno di 14.690 specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali e da altri 14.000 specialisti in scienze gestionali, commerciali e bancarie. Tra le professioni ad alta specializzazione scientifica e tecnica, quindi, gli ingegneri sono in questo momento i più richiesti.

Vale la pena di sottolineare che oltre ai 18.000 laureati in ingegneria di cui il mercato avrebbe bisogno, si aggiungono, nell’ambito di chi opera con mansioni tecniche, altri 14.850 tecnici in ambito ingegneristico.

Se si guarda alla domanda di laureati per i prossimi mesi, gli ingegneri sono i più richiesti a poca distanza dai laureati in materie economiche. Nello specifico, si stima un fabbisogno di oltre 4.000 laureati in ingegneria civile e architettura, oltre 4.000 laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione, 4.000 laureati in ingegneria industriale e circa 1.200 laureati in altri indirizzi di ingegneria.

Permane, tuttavia, un forte gap tra la domanda del sistema produttivo e la reperibilità di professionisti altamente specializzati. Mentre ad esempio nel 35% dei casi le imprese lamentano la difficoltà di trovare laureati nell’indirizzo economico, il livello di difficoltà sale al 53% per i laureati ingegneria. Questo significa che più della metà delle strutture che attualmente avrebbero necessità di un ingegnere non riescono a trovarlo, nella maggioranza dei casi per mancanza di candidati, mentre i casi in cui il livello di competenze viene ritenuto inadeguato sono piuttosto esigui.

I tassi di difficoltà di reperimento variano a seconda dell’indirizzo di laurea:

  • è il 47% per gli ingegneri civili;
  • il 54,8% per gli ingegneri elettronici e dell’informazione;
  • il 60,85 per gli ingegneri industriali;
  • il 46% per gli altri indirizzi di ingegneria.

La difficoltà di reperimento aumenta ulteriormente, arrivando al 67% se si ricerca un ingegnere con meno di 30 anni, a fronte di un tasso medio di difficoltà del 43% riscontrato in Italia per le figure più giovani (negli altri settori produttivi).

I Superbonus 110%, per il recupero del patrimonio edilizio, oltre ad avere innescato una fase economica espansiva hanno certamente generato, nell’ultimo anno, una tensione tra domanda e offerta di ingegneri che operano nel campo delle costruzioni, mettendo in difficoltà molti studi professionali che ricercano specialisti in strutture o comunque progettisti, figure per le quali negli ultimi anni il mercato non aveva mostrato consistenti livelli di domanda.

Al di là di questo fatto contingente, occorre comunque rilevare che la carenza di ingegneri industriali, elettrici, elettronici e dell’informazione rischia di diventare cronica in quanto il gap tra domanda e offerta esiste da anni ed è stato accentuato negli ultimi mesi dalla fase espansiva successiva alla pandemia.

E’ probabile, purtroppo, che la fase recessiva che si sta profilando nel nostro sistema economico ridimensioni questo eccesso di domanda di lavoro, anche in ambito ingegneristico rispetto all’offerta. Nell’ultima rilevazione del Sistema Informativo Excelsior risulta già evidente un rallentamento dell’offerta di lavoro nell’industria manifatturiera e soprattutto nelle costruzioni ad aprile 2022 rispetto ad aprile 2021.

I termini del problema tuttavia non cambiano per il comparto dell’ingegneria. Le proiezioni e le stime disponibili sugli andamenti del mercato del lavoro e, soprattutto, della domanda di alcune figure professionali dovrebbero stimolare un dibattito sulle ragioni profonde di situazioni, per molti versi, contrastanti. Il fatto che di oltre 14.000 ingegneri richiesti, probabilmente nei prossimi mesi ne saranno reperibili meno di 7.000 dovrebbe spingere sia le Istituzioni che governano e regolano il mercato del lavoro che gli operatori del mercato e lo stesso sistema ordinistico degli ingegneri a riflettere su alcuni fatti.

E’ probabile che almeno una parte del fenomeno di irreperibilità di ingegneri potrebbe essere attenuato se i percorsi universitari in ingegneria tenessero in maggiore considerazione i continui microaggiustamenti cui il sistema produttivo e anche il mercato in cui operano i liberi professionisti sono sottoposti. Gli Ordini professionali sono molto spesso importanti ed efficaci antenne sul territorio, antenne con cui periodicamente gli Atenei potrebbero confrontarsi per orientare in modo più efficace i corsi di ingegneria.

Un secondo aspetto rilevante, che richiederebbe opportuni approfondimenti, è il livello retributivo, spesso inadeguato per figure specializzate come quelle in ambito ingegneristico, offerto dal mercato e tale da disincentivare addirittura la presentazione di una candidatura. E’ un fenomeno ormai evidente, quello degli ultimi mesi, legato a lavoratori che optano per funzioni e posizioni consulenziali rispetto al lavoro dipendente. Questo fenomeno rischia di essere ancora più accentuato tra i laureati in ingegneria, paradossalmente, nel nostro Paese, stretti tra opportunità di lavoro elevate e livelli di retribuzione spesso inadeguati rispetto alle competenze possedute. L’effetto finale rischia di essere a somma zero, in cui nessuno migliora e si sprecano opportunità di crescita sia personale che collettiva.

I molti dati sul mercato del lavoro, oggi disponibili, consentono di scendere ad un livello di dettaglio molto elevato, rivelando fenomeni inaspettati. Il settore dell’ingegneria, da sempre caratterizzato da un tasso di disoccupazione definibile come frizionale, in realtà rivela contraddizioni e faglie che lo rendono tutt’altro che immune da shock e squilibri. Per questi motivi una riflessione approfondita sul significato di tali fenomeni complessi e articolati sarebbe auspicabile.