Analizzando i dati in mano alle casse notarili si registra una crescita netta del mercato immobiliare su base trimestrale. Nell’ultimo trimestre del 2021 è infatti continuato ad aumentare il volume delle compravendite immobiliari, volume in costante ascesa dopo il calo registrato tra gennaio e giugno 2020, in concomitanza delle numerose restrizioni per fronteggiare la pandemia e delle misure adottate per il suo contenimento, misure che hanno depresso numerosi settori economici e produttivi. La crescita, questa volta, ha riguardato tutte le aree geografiche del Paese, ma è stata trainata prevalentemente dal Nord..

 Parlando di numeri, nel terzo trimestre 2021 sono state oltre 223.000 le convenzioni notarili di compravendita e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari, con un aumento del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 19,5% calcolato su base annuale.

 Gli investimenti nel settore abitativo, trainati anche dalle numerose opportunità legate ai bonus edilizi, hanno segnato variazioni congiunturali positive in tutte le aree geografiche del Paese: Centro +4,5%, Nord-est +2,8%, Isole +2,5%, Nord-ovest +2,2%, Sud +1,4%. Invece il comparto economico legato al mattone è risultato in crescita nel Nord-ovest (+5,0%), al Centro (+2,2%) e nelle Isole (+2,0%), è rimasto sostanzialmente stabile nel Nord-est (+0,1%) mentre è calato al Sud dove ha fatto registrare un meno 1,0%.

 Un altro dato interessante è che nel 94,8% dei casi, le convenzioni stipulate hanno riguardato trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo (211.606), mentre solo il 4,9% è stato relativo a quelle a uso economico (10.937) e solo 0,3% delle convenzioni è stata a uso speciale e multiproprietà (730).

 Questi dati ci dimostrano come sia ancora forte la spinta verso l’investimento sicuro del mattone. Il settore è sempre stato storicamente uno dei volani della economia italiana ed è anche uno degli elementi per misurare il grado di fiducia nella crescita economica e nel futuro del sistema economico e produttivo. Sarà interessante attendere i primi dati del 2022 per verificare se i venti di guerra e il caro materie prime si siano concretizzati in una contrazione, oltre che dei consumi in senso lato, anche delle compravendite immobiliari.