Nel 2022 fra gli under 35 con un titolo di studio il 56,5% risulta occupato

La professionalità e la competenza sembrano tornare di moda nel nostro paese. Secondo i dati più recenti forniti dall’ISTAT che fotografano i livelli occupazionali tra i giovani nel 2022, il tasso di occupazione tra i ragazzi under 35 con almeno un anno di titolo di studio, ma non oltre tre, è in costante crescita. In particolare, tra i diplomati, il tasso di occupazione è salito al 56,5%, rappresentando un incremento notevole di 6,6 punti percentuali rispetto al 2021. Per i laureati, il quadro è ancora più positivo, con un tasso di occupazione del 74,6%, che riflette un aumento impressionante di 7,1 punti rispetto all'anno precedente, dimostrando che lo studio svolge ancora un ruolo centrale nella ricerca di un lavoro.

Tra le buone notizie emerge principalmente il fatto che per i laureati il tasso di occupazione del 2022 ha superato di 4 punti percentuali il livello record registrato prima della crisi finanziaria del 2008, mettendo in evidenza lo stato di buona salute del nostro paese. Tuttavia permangono ancora forti alcune disparità regionali: nel Mezzogiorno, i giovani laureati tra i 30 e i 34, con un tasso di occupazione del 69,9%, sono ancora lontani dal 89,2% registrato nelle regioni del Nord. Questa differenza di 20 punti percentuali mette in luce la necessità di pensare politiche nuove, politiche volte a produrre sforzi concentrati per promuovere l'occupazione e lo sviluppo economico nel Sud del Paese.

 

Dati ISTAT sulla occupazione under 35 in Italia nel 2022

occupazioneistat

I laureati under 34 che hanno un lavoro toccano punte dell’83,3%, un buon dato sicuramente, ma ancora lontano dal quasi 90% del resto della media UE. Un altro dato che deve fare riflettere riguarda, invece, i lavoratori tra i 29 ed i 64 anni. Sempre secondo le statistiche snocciolate dall’ISTAT, in questa fascia di popolazione, il tasso di occupazione aumenta, tra il 2021 e il 2022, di 1,3 punti percentuali tra chi possiede una laurea triennale e di due punti per i livelli di istruzione medio-bassi. Ciò determina una lieve diminuzione del differenziale tra i tassi di occupazione dei laureati e dei diplomati. Lo stesso differenziale era cresciuto nel biennio precedente, per effetto, tra i laureati, dell’impatto più contenuto della pandemia sull’occupazione nel 2020 e del miglioramento più accentuato nel 2021.

Discorso a parte merita la questione relativa al Gender Gap. Infatti, anche se i dati dimostrano che le donne sono, mediamente, più istruite degli uomini, con il 65,7% delle donne tra i 25 e i 64 anni che hanno almeno un diploma, rispetto al 60,3% degli uomini, e nonostante le laureate sono anche più numerose, con il 23,5% delle donne che hanno conseguito una laurea, rispetto al 17,1% degli uomini, permangono delle differenze di genere nell'occupazione. Il tasso di occupazione femminile è molto più basso rispetto a quello maschile, con il 57,3% delle donne impiegate rispetto al 78,0% degli uomini. Questo ultimo dato, unito all’annosa questione del salary gap, è sicuramente un elemento su cui tutto il sistema paese deve riflettere per trovare una soluzione.