Welfare

Il recente Rapporto dell’Associazione degli Enti Previdenziali Privati sul welfare dei professionisti presenta un quadro aggiornato della situazione di particolare difficoltà in cui attualmente versano i liberi professionisti. Questa crisi è naturalmente il prodotto della lunga onda pandemica che ha investito tutti i settori produttivi che ha innescato una serie di difficoltà dalle quali ancora il paese non è del tutto uscito.
Le casse professionali al 2020 contavano 1.666.401 iscritti di cui circa 500.000 sono pensionati. Gli introiti totali delle casse di previdenza professionali sono stati, sempre nel 2020, di oltre 10 miliardi di euro, di cui 370 milioni impiegati in politiche di welfare emergenziale per fronteggiare la pandemia. Tutte le casse professionali, infatti, hanno promosso diverse iniziative anti-crisi provvedendo a far slittare i termini per il pagamento dei contributi previdenziali, riconoscendo contributi specifici agli iscritti in difficoltà e sostegno al credito. L’intervento più corposo, 17 miliardi di euro, ha riguardato la proroga, la rateizzazione o, in alcuni casi l’annullamento del credito, 9 miliardi di euro sono stati invece impiegati per i nuovi accessi al credito.
Un altro aspetto che ha visto le casse professionali venire incontro ai professionisti durante i momenti più difficili della pandemia, è stato legato ai presidi sanitari veri e propri, infatti le casse hanno stanziato sia servizi sanitari diagnostici nuovi, come i tamponi sierologici, che potenziato i livelli di assistenza medica esistenti. Dei fondi destinati al welfare di emergenza, 13 miliardi sono stati spesi per le indennità di quarantena, 16 invece per le indennità di ricovero e 4 per fornire i professionisti di polizze sanitarie gratuite pensate ad hoc per il Covid-19.
Un’altra misura pensata appositamente per l’emergenza sanitaria è stata rappresentata dal reddito di ultima istanza, sostegno per il quale le casse hanno erogato prestazioni ai professionisti per oltre un miliardo di euro. La Cassa Forense con oltre 300 milioni di euro è stata quella che più di tutte ha sostenuto i propri iscritti nel 2020, seguita da Inarcassa (223 milioni di euro) e dalla Cassa dei Geometri (115 milioni di euro). Dal report di AdePP risulta infatti che il 47% dei professionisti ha goduto del Reddito di Ultima Istanza con una incidenza maggiore tra i professionisti under 30. Quasi l’80% di questi ultimi, infatti, è dovuto ricorrere al RUI contro il 60% dei professionisti compresi tra 30 e 40 anni di età e il 50% della fascia tra il 40 e i 50 anni.
Se queste misure emergenziali hanno riguardato il welfare cosiddetto passivo, le casse professionali si sono attivate anche in politiche di welfare attivo sostenendo i professionisti durante la crisi con una serie di iniziative volte ad aumentare la loro visibilità nonché promuovere la loro attività presso le aziende pubbliche e private. La maggior parte di queste iniziative si sono concretizzate nella organizzazione di eventi e seminari in remoto e nella pubblicazione di ebook dedicati al mondo delle professioni.
Le casse professionali hanno inoltre potenziato il settore della formazione in sinergia con gli ordini professionali e le fondazioni di ricerca. Queste forme di welfare hanno contribuito, durante la pandemia, a sviluppare conoscenze nuove, a tenere in professionisti in costante contatto e a consolidare skill già acquisite in precedenza.
Questi interventi, che hanno fatto sentire il mondo delle professioni meno solo davanti alla imprevedibile crisi pandemica, si sono inseriti comunque in un modo consolidato di intendere l’assistenza al professionista a 360 gradi. Infatti, storicamente le casse professionali offrono da sempre una serie di servizi di welfare assistenziale e strategico come sussidi per gli orfani, indennità di vario tipo, contributi per eventi straordinari come catastrofi fino contributi per sostenere le spese universitarie.
Il piano di welfare di rilancio, invece, si è concretizzato in quelle misure delle casse professionali capaci di fronteggiare le sfide della modernità post-pandemia. Attraverso iniziative come agevolazioni finanziarie, adeguamento di tecnologie o politiche attive a favore dei giovani professionisti, le casse hanno stabilito e consolidato alcune priorità in piena sinergia con il piano di resilienza del governo. Il mondo delle professioni non può prescindere da alcune necessità come quella di aumentare la spesa relativa alla trasformazione digitale, lo sviluppo di competenze legate all’industria 4.0 e l’ampliamento di misure volte a potenziare la formazione e il long life learning.