E’ sempre più ricca l’offerta formativa in ingegneria. L’ampliamento registrato nell’anno accademico 2021-22 è strettamente collegato all’incremento costante delle immatricolazioni ai corsi di ingegneria e al crescente interesse degli studenti per questo ambito di studi. Come attesta l’ultimo rapporto del Centro Studi CNI, infatti, gli atenei italiani hanno attivato 819 corsi (337 di primo livello e 482 di secondo) su materie ingegneristiche, 17 in più rispetto all’anno accademico precedente. Se poi consideriamo, più in generale, tutti i corsi che forniscono un titolo utile per sostenere gli esami di abilitazione alla professione di Ingegnere e Ingegnere iunior, si arriva a quota 976.

Analizzando i corsi di primo livello, quelli della classe Ingegneria industriale si confermano i più numerosi: 149, pari al 44,2% di tutti i corsi e circa il doppio di quelli attinenti al settore civile. I restanti 113 corsi riguardano invece la classe Ingegneria dell’informazione. Rispetto all’anno accademico precedente si sono rilevati nuovi corsi per ogni classe di laurea ingegneristica, per un totale di 6 nuovi corsi.

Per quanto riguarda i corsi di laurea magistrale, occorre considerare la presenza di classi di laurea che consentono l’accesso a più settori dell’Albo (Ingegneria Biomedica, Ingegneria dell’Automazione, Ingegneria Gestionale e Ingegneria della Sicurezza), oltre ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Architettura e Ingegneria edile-architettura. Nonostante ciò, le classi afferenti al settore industriale dell’Albo professionale si confermano le più numerose: 150 corsi pari al 31,1% di tutti i corsi di laurea magistrale ingegneristici, cui potrebbero aggiungersi potenzialmente altri 92 corsi degli indirizzi che permettono l’accesso anche ad altri settori. I restanti corsi si distribuiscono quasi equamente tra il settore civile ed ambientale (123 corsi pari al 25,5%) e quello dell’informazione (117 corsi pari al 24,3%).

Sebbene i corsi attinenti all’ingegneria siano compresi in sole 4 classi di laurea e 20 di laurea magistrale (compresa quella a ciclo unico), l’offerta formativa ingegneristica appare quanto mai varia ed eterogenea: si rilevano ben 107 denominazioni di corsi differenti tra quelli di primo livello e addirittura 234 tra quelli di laurea magistrale.

In merito alla distribuzione territoriale dei corsi in ingegneria, assistiamo a due scenari differenti: da un lato l’elevata concentrazione di corsi nei grandi atenei (oltre la metà dei corsi è offerta da non più di 10 università); dall’altro la grande frammentazione dell’offerta formativa in molti atenei di dimensioni medio-piccole, a tal punto che la restante metà dei corsi è distribuita in ben 49 università diverse. Il Politecnico di Milano conferma la leadership in termini di corsi offerti con 23 corsi di laurea e 30 di laurea magistrale. Non meno ricca l’offerta formativa del Politecnico di Torino (43 corsi), dell’Università degli Studi di Napoli «Federico II» (41 corsi), dell’Università degli Studi di Roma «La Sapienza» e di quella di Bologna (entrambe con 40 corsi). Si rileva, comunque, che circa un corso su 10 in Ingegneria è localizzato a Roma: ben 1033, seguita, ma con molta distanza, da Napoli (47 corsi), Milano (41) e Torino (40).

Armando Zambrano, Presidente del CNI, ha così commentato i dati: “Il costante incremento dell’offerta formativa trova corrispondenza nell’elevata domanda di ingegneri che si registra in questa fase storica. Domanda che, tra l’altro, non sempre viene completamente soddisfatta. Il dato è senza dubbio positivo, anche se, alla luce dell’ultimo decreto sulle lauree abilitanti, sarà necessario tenere alta la soglia di attenzione sulla qualità dei singoli corsi”.

Giuseppe Margiotta, Presidente del Centro Studi, mette in risalto una criticità. “Un dato del nostro rapporto che è interessante segnalare – afferma - è l’elevata internazionalizzazione dei corsi. Negli atenei del nord, infatti, quasi la metà dei corsi è in lingua inglese. Altro dato su cui riflettere è l’elevata frammentazione dei corsi relativamente agli atenei più piccoli. Se le prime dieci università italiane offrono la metà dei corsi, l’altra metà è distribuita in ben 49 atenei”.