Di recente ci siamo occupati dello storico passaggio dell’INPGI, l’ente previdenziale dei giornalisti, all’INPS, limitatamente alla componente relativa ai titolari di contratto di lavoratore dipendente, operativa dal prossimo 1° luglio. Nell’occasione abbiamo analizzato e commentato le possibili conseguenze. A questo tema il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro ha dedicato oggi un interessante convegno, dal quale sono emerse valutazioni degne di attenzione.

La Presidente dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, ha sottolineato che "è importante che siano stati garantiti i diritti acquisiti, un passaggio avvenuto nel modo più indolore possibile. Bisogna guardare alla tenuta del sistema e alla garanzia dei diritti delle persone: non si poteva lasciare indietro una categoria così importante per i diritti democratici del Paese, come quella dei giornalisti".

Di particolare rilievo l’opinione del Presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, che ha spiegato così le ragioni del passaggio: “Il saldo dell'INPGI era su un sentiero troppo stretto per esser recuperato: il disavanzo sarebbe arrivato ad oltre 200 milioni, insostenibile dato che il patrimonio, nell'arco di 10 anni, si sarebbe azzerato, mentre il numero dei pensionati ha dimensioni continuamente superiori al numero dei nuovi entrati”. Poi lancia un’idea per il futuro: “Sarebbe utile pensare ad un Ente unico, anche di tipo privatistico, del comparto della previdenza privata dei professionisti, per migliorare la sostenibilità, ampliare la tutela e migliorare il sistema mutualistico solidale".

Da parte sua Marina Macelloni, Presidente dell’INPGI, ha ridisegnato il ruolo futuro dell’ente: “L’istituto continuerà a tutelare la parte in crescita della professione, quella degli autonomi, che è la parte più debole e che ha bisogno di maggiori tutele e garanzie. Siamo riusciti, nel corso di una crisi industriale di cui non si vede la fine ad ottenere la miglior soluzione possibile per i giornalisti dipendenti e pensionati".