Com’era ormai largamente intuibile, la politica ha decretato la morte dell’Equo compenso. La tanto attesa riunione della capigruppo si è chiusa senza che fosse mandato al voto al Senato il disegno di legge relativo, mandando in fumo mesi di tentativi di mettere d’accordo i vari partiti su un testo condiviso. Ora non resta che ricominciare daccapo l’iter col nuovo Parlamento.

Intanto, è cominciato il consueto rimpallo di responsabilità tra le forze politiche. Così Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia. “I professionisti italiani hanno la prova provata: la sinistra preferisce far saltare tutto, piuttosto che difendere il diritto costituzionalmente garantito del compenso equo e giustamente remunerato. È evidente oramai l’approccio ideologico della sinistra che da sempre considera i professionisti come figli di un dio minore, dei privilegiati da trattare come nemici e mai come risorse da valorizzare. Il Pd ha dunque gettato la maschera e dimostrato con i fatti, affossando l’iter della legge a prima firma Giorgia Meloni già approvata alla unanimità alla Camera, impedendone l’arrivo in aula per l’ultimo voto, da che parte sta: quella dei poteri forti e dei committenti forti. Ma non finisce qui. Fratelli d’Italia nella prossima legislatura riprenderà il percorso al fianco dei professionisti italiani con maggiore determinazione”.

A stretto giro arriva la replica di Chiara Gribaudo del PD: "La legge sull'equo compenso è stata affossata dalla destra quando, ignorando le richieste degli stessi professionisti, ha preferito portare avanti per ragioni esclusivamente elettorali un testo che non avrebbe assicurato alcun compenso equo ai professionisti. La prova provata del bluff della destra sta proprio nel testo della legge, che invece di punire i committenti forti inadempienti sanziona i professionisti sottopagati. Quale tutela può venire al professionista da una norma che lo sanziona nello stesso momento in cui si rivolge a un giudice per vedersi riconoscere un compenso in linea con la prestazione svolta? Un rovesciamento delle responsabilità che la dice lunga sulle reali intenzioni della destra, che tra professionisti e grandi committenti ancora una volta sceglie questi ultimi. Senza contare che la proposta della destra avrebbe escluso – come evidenziato, anche in questo caso, dagli stessi professionisti – le centinaia di migliaia di lavoratori autonomi non iscritti gli ordini. Abbiamo provato più volte, con spirito costruttivo e nell'esclusivo interesse dei professionisti, a correggere tali distorsioni, ma abbiamo trovato un muro di gomma da parte di chi evidentemente è più preoccupato ad acquisire un vantaggio elettorale che a tutelare realmente i professionisti".

Anche sulla scorta di quanto dichiarato stamattina in occasione del suo intervento al Roma Innovation Hub, Francesco Paolo Sisto di FI si è così espresso: "In vista di questo ultimo scorcio di legislatura, rivolgo un appello più che sentito ai partiti del centrosinistra: abbiamo l'opportunità, il dovere e la responsabilità di dare una risposta seria e concreta alle aspettative dei professionisti italiani approvando la norma sull'equo compenso. Non possiamo perdere questa occasione. Dopo l'approvazione all'unanimità del testo alla Camera, prima, e in commissione al Senato, poi, resta un solo step da compiere, un piccolo passo per raggiungere un grandissimo risultato. C'è ancora il tempo e lo spazio per farlo, anche la prossima settimana. Basta volerlo. Con il via libera definitivo a queste norme, lungamente attese, potremmo garantire il pieno rispetto degli articoli 1 e 36 della Costituzione e tutelare, finalmente, la dignità del lavoro dei professionisti, in particolare più giovani, mettendoli al riparo da quei patti leonini a cui ancora troppo spesso si trovano a dovere sottostare. Smettiamo di chiederci come riavvicinare politica e cittadini e iniziamo a farlo, concretamente, approvando quelle leggi che sono in grado di migliorare la loro vita".