Martedì scorso le forze politiche hanno perso l’ultima occasione per portare, sia pure in extremis, in Senato la discussione e il voto sul disegno di legge sull’Equo compenso. La Capigruppo, ancora una volta, ha deciso di non decidere, rimandando la questione al prossimo Parlamento.

 Si tratta di una conclusione grave che ha suscitato il disappunto di tutte le categorie professionali, in attesa ormai da anni che un provvedimento sacrosanto e di pura giustizia diventi definitivamente realtà. Segnaliamo, in particolare, il comportamento di alcuni rappresentanti politici che, a fronte di rassicurazioni sbandierate a destra e manca, in realtà hanno sempre lavorato per affossare il disegno di legge.

 La battaglia, però, non finisce qua. Una volta insediato il nuovo Parlamento, ricominceremo a batterci ancora con maggiore determinazione per l’approvazione di una legge di civiltà che riconosca il giusto compenso per il professionista e tuteli, al tempo stesso, i cittadini che hanno diritto a prestazioni professionali di qualità.