La Rete Professioni Tecniche, a tutela della dignità e del decoro dei professionisti, ha depositato un esposto al Garante per la protezione dei dati personali (GPDP) ed uno innanzi all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) per contestare la richiesta da parte della Società Deloitte delle cd “video-asseverazioni”.  Una pretesa illegittima che lede, oltre alla dignità dei professionisti, la privacy del committente e dei lavoratori in cantiere e configura un illegittimo e vessatorio abuso di posizione dominante da parte sia dell’advisor che del gruppo bancario di riferimento.

Come già ampiamente ricordato e stigmatizzato dalla RPT nelle scorse settimane, la società Deloitte, nell’ambito dell’attività di supporto delle cessioni del credito relative al Superbonus gestite dal Gruppo Bancario Intesa San Paolo, ha imposto al professionista l’obbligo di produrre, oltre alla normale asseverazione prevista dalla legge, un filmato allo scopo di illustrare l’esecuzione dei lavori.

Nell’ambito di una convenzione con un’associazione di imprese edili, la Deloitte ha messo a disposizione di committenti, imprese e professionisti una piattaforma destinata alla gestione documentale necessaria all’ottenimento ed alla circolazione del credito fiscale citato. Questa piattaforma interviene in una fase del procedimento successiva all’attestazione (da parte di ENEA) della correttezza documentale del singolo fascicolo. La piattaforma, dunque, agisce solo in relazione agli aspetti bancari/finanziari dell’operazione, quando i professionisti attestatori/asseveratori hanno già reso la propria prestazione professionale, confermando, sotto la propria responsabilità, la corretta esecuzione dei lavori edilizi necessari per fruire del bonus fiscale.

La Deloitte ha inopinatamente ed autonomamente introdotto, fra la documentazione ritenuta necessaria per consentire l’accesso alla possibilità di circolazione del credito fiscale, un obbligo che presenta rilevanti illegittimità. In particolare, da alcune settimane, viene esplicitamente richiesto per supposte finalità antifrode, dalla piattaforma in questione il caricamento di una sorta di “video-asseverazione” (da parte dell’impresa esecutrice dei lavori e/o dai professionisti tecnici a vario titolo coinvolti nell’appalto) che rechi una dettagliata ripresa dei lavori effettuati e delle aree interessate dall’intervento.La RPT ha segnalato, dapprima informalmente e poi con apposita diffida alla Società di consulenza, che tale ripresa video – acquisita, conservata e soprattutto valutata con strumenti, modalità, tempistiche e professionalità non note - non è richiesta da nessuna norma vigente e non pare, comunque, adeguatamente sostenuta da adeguate basi normative.

Non avendo ricevuto alcun riscontro, come a suo tempo annunciato, la RPT ha proceduto alla presentazione dei suddetti esposti all’Antitrust e al Garante privacy. Nel frattempo, altre iniziative sono allo studio.