Sensibilizzare le Istituzioni, la politica e i cittadini sul ruolo che deve avere la prevenzione del rischio sismico nel nostro Paese e favorire il miglioramento delle condizioni di sicurezza degli edifici del patrimonio architettonico. Questo l’obiettivo del sistema di professionisti che si sono riuniti oggi a Palazzo Ferrajoli per la quinta edizione della Giornata Nazionale della prevenzione sismica. L’appuntamento annuale promosso da Fondazione Inarcassa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri e Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, con il supporto scientifico dei principali stakeholder tecnici di riferimento, ha avuto9 lo scopo di continuare ad affermare il valore irrinunciabile della cultura della prevenzione del rischio sismico in un territorio “fragile” come quello italiano e promuovere, allo stesso tempo, l’impiego degli incentivi fiscali che consentono di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio del Paese.

Gli ospiti, suddivisi in due panel – il primo istituzionale che ha visto la partecipazione di alcuni esponenti del Governo e del Parlamento fortemente attivi in materia di rischio sismico e il secondo composto dal mondo tecnico e professionale – hanno discusso di come correggere e rafforzare le politiche di contenimento del rischio sismico e, allo stesso tempo, di come razionalizzare i finanziamenti e i bonus edilizi che ad oggi restano gli strumenti fondamentali per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio del Paese.

“I recenti fenomeni legati al rischio idrogeologico non esauriscono, purtroppo, la mappa del rischio del nostro Paese. Secondo dati Cresme, il 40% del territorio nazionale, sul quale insistono circa 22 milioni di cittadini, è ad alto rischio sismico. Questo significa che dobbiamo fare della cura del territorio un tema prioritario nell’agenda politica del Paese. Abbiamo, infatti, un patrimonio immobiliare invidiatoci da tutto il mondo per lo straordinario valore storico ed artistico, ma che proprio per queste sue caratteristiche è tra i più fragili ed esposti ai fenomeni naturali. Per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio e abitativo dei cittadini è necessario, innanzitutto, che i futuri bonus diventino misure strutturali fruibili solo dopo una valutazione sismica e statica obbligatoria dell’immobile. Questa semplice previsione normativa potrebbe: impedire di spendere denaro pubblico e/o privato per interventi eco o similari su immobili a rischio crollo; spingere il cittadino ad una maggiore consapevolezza circa lo stato di salute della propria abitazione e consentire una programmazione degli interventi scevra da speculazioni di sorta. Infine, occorre includere, ai fini della detrazione fiscale, anche la sola diagnosi sismica degli immobili, a prescindere che si dia seguito ai lavori. Queste e altre proposte saranno rilanciate durante i lavori della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, che ci proponiamo diventi la più importante occasione per fissare le basi di una agenda politica stabile per la cura e difesa del territorio” - ha commentato il Presidente della fondazione Inarcassa, Franco Fietta.

“La Giornata nazionale della prevenzione sismica – ha detto Domenico Perrini, Presidente del CNI - rappresenta una buona occasione per tornare a chiedere, come facciamo da anni come ingegneri, una serie di interventi che mirano alla riduzione del rischio sismico cui è soggetto il patrimonio edilizio del nostro Paese. Quello nostro, infatti, è un patrimonio straordinariamente bello ma anche molto fragile. A questo si aggiunga il dissesto idrogeologico, cui ha contribuito anche il modo con cui si è costruito nei nostri territori. Il primo passaggio è quello della classificazione degli edifici sulla base dello specifico rischio sismico. A partire da questi dati, poi, è necessario un monitoraggio costante degli edifici a rischio. Serve, infine, una documentazione la più completa possibile sulla vulnerabilità dei fabbricati, in modo da individuare gli interventi necessari per la loro messa in sicurezza. Va in questa direzione l’introduzione del Fascicolo del fabbricato che noi ingegneri chiediamo ormai da tempo. Documentazione che, oltre tutto, aiuta a modulare in maniera corretta i costi delle assicurazioni sui singoli edifici che devono essere commisurati all’effettivo stato dell’immobile. Graduazione degli interventi e assicurazione proporzionale alle condizioni degli edifici sono operazioni possibili solo grazie ad una diagnosi preliminare che, dunque, dovrebbe essere nell’interesse collettivo, in particolare dei cittadini, rendere possibile. Se riusciremo a partire da queste basi sarà poi più facile, da parte del Governo, modulare l’applicazione dei vari bonus edilizi che riteniamo debbano diventare strutturali e vadano distribuiti nel tempo. Solo in questo modo sarà possibile mettere davvero in sicurezza le nostre abitazioni e, al tempo stesso, investire bene e senza sprechi le risorse pubbliche. Ci auguriamo che questa Giornata possa indurre i decisori politici a muoversi finalmente in questa direzione”.

Per Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), “serve sviluppare una strategia coerente di monitoraggio, tutela e difesa del territorio avviando e programmando piani di interventi a protezione delle aree a maggior rischio sismico ed idrogeologico. Grande impulso dovrà essere dato ad una forte azione di contrasto all’abusivismo edilizio che incide pesantemente, aggravandoli, su tutti i maggiori fattori di rischio. Va anche segnalata la necessaria e radicale rivisitazione dello strumento dei bonus: opportuno sarebbe privilegiare proprio il sisma bonus, da mantenere al 110%, nelle aree a maggior rischio sismico. Oltre all'elaborazione, non più rinviabile, del Piano Nazionale di prevenzione del rischio sismico, occorre avviare uno strumento di conoscenza, del quale da tempo sosteniamo l'importanza anche ai fini della prevenzione, che è l’introduzione del fascicolo digitale delle costruzioni idoneo a garantire ai cittadini la effettiva consapevolezza delle caratteristiche e delle peculiarità degli edifici in cui vivono e lavorano. Infine, conclude Miceli, anche se ripetiamo da troppo tempo come sia difficile poter prevedere gli eventi naturali, aggravati oggi dal cambiamento climatico, è indubbio che una seria politica di prevenzione possa sicuramente limitare i danni e salvare molte vite umane”.

In rappresentanza dei professionisti tecnici è intervenuto anche Armando Zambrano, Coordinatore della Rete Professioni Tecniche: “La RPT ha elaborato ormai da tempo un Piano nazionale di prevenzione sismica, la cui prima versione risale addirittura al 2012. L’idea è quella di garantire, più che una sicurezza puntuale, la sicurezza diffusa su tutto il territorio. Un aiuto può arrivare dai bonus edilizi, anche se va detto che, almeno per il momento, i risultati del Sisma bonus risultano ancora scarsi (appena 2 miliardi di euro di investimenti). In ogni caso è necessario riorganizzare e rendere organici i bonus, trasformarli in provvedimenti strutturali e inquadrarli nell’ambito del suddetto Piano. Il nostro Paese ha dimostrato di non essere pronto a procedere agli interventi in seguito all’introduzione di obblighi di legge. Dobbiamo raggiungere lo stesso obiettivo finale percorrendo altre strade, come quelle dei bonus. E’ ora di finirla di scaricare sistematicamente sulla collettività i gravi costi che sosteniamo per le periodiche ricostruzioni”.

Il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, si è espresso così: “Siamo ancora molto indietro sul terreno della prevenzione rispetto a quando circa 40 anni fa cominciammo a parlare di Protezione Civile. In questo lasso di tempo si doveva fare di più. Purtroppo, però, i processi sono soggetti alla burocratizzazione che soffoca persino il diritto alla vita dei cittadini. 150mila morti in un secolo di disastri sono un prezzo davvero enorme per un paese come l’Italia. Del resto l’opinione pubblica soffre di amnesia. Prima piangiamo i morti e poi dimentichiamo le cause. Non riusciamo a compiere quel passaggio culturale che dall’emergenza porta alla prevenzione. Anche perché la prevenzione, diciamolo chiaramente, non porta consensi. Abbiamo bisogno di un quadro normativo per semplificare gli interventi e poi comunicarli in maniera adeguata ai cittadini”.

Antonio Misiani del PD ha richiamato il tema dei costi per le ricostruzioni dal terremoto del Belice in poi: ben 191 miliardi! Ha affermato di immaginare un percorso che vada oltre gli attuali bonus e che preveda interventi organici studiati per il lungo periodo: 10 o 20 anni. Fabrizio Curcio, Capo della Protezione Civile, infine, tra le altre cose ha sottolineato la necessità di sensibilizzare i cittadini sulla necessità degli interventi e sulla documentazione, quale ad esempio il Fascicolo del fabbricato, che attesti lo stato di rischio dell’abitazione.