L’Ance, i Consigli Nazionali di Ingegneri, Architetti e Geometri, oltre ad altri soggetti aderenti alla Filiera delle costruzioni, hanno inviato una lettera a Dario Franceschini, Ministro della Cultura, e Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture a proposito delle rigide prescrizioni introdotte nel Dpr 380/2001 dal Decreto Legge 76/2020. Queste “di fatto stanno impedendo interventi di demolizione e ricostruzione degli immobili soggetti a tutela ai sensi del D.lgs. 42/2004, in presenza di modifiche anche minime della sagoma, del sedime o degli altri parametri edilizi.

“Queste prescrizioni – si legge ancora nella lettera - stanno avendo un forte impatto negativo in particolare sulla riqualificazione dei numerosi edifici ubicati in ambiti territoriali vincolati dal punto di vista paesaggistico, ma privi di qualsiasi pregio architettonico che, come conseguenza, non possono essere oggetto di interventi di demo-ricostruzione, beneficiando degli incentivi fiscali che – fra l’altro – il legislatore ha destinato proprio a tale finalità.
 
Siamo d’accordo con il Ministro Franceschini quando afferma che non deve essere un “tabù” innestare architettura contemporanea di qualità nei centri storici. La via per abbattere questo “tabù” è, a nostro avviso, quella del confronto fra i Ministeri competenti, le amministrazioni locali e gli operatori del settore, dal quale emerga una linea univoca, chiara e condivisa, dotata della necessaria cogenza normativa”.
 
La lettera poi chiude così: “Vi chiediamo pertanto di avviare quanto prima questo definitivo confronto che sia indirizzato con chiarezza ad individuare la miglior soluzione possibile per conciliare le indifferibili esigenze di tutela del nostro patrimonio culturale e paesaggistico, di certezza normativa, di rigenerazione del patrimonio edilizio e contenimento del consumo di suolo”.