“Il 2021 è stato un anno eccezionale per l’economia italiana, con crescita del Pil e saldi di finanza pubblica migliori di ogni previsione. La crescita del Pil si è attestata al +6,6%, e l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil, è pari al 7,2%, di molto inferiore rispetto a quanto stimato nella Nota di aggiornamento al Def dello scorso settembre. Tutto questo si riflette positivamente anche sulla dinamica del debito pubblico, che viene stimato al 150,4% del Pil, anche in questo caso un valore nettamente migliore rispetto alle stime Nadef (153,5%)”. Così afferma il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, commentando i dati consuntivi dell’Istat sul Pil per il 2021.

 “L’ottimo andamento della crescita dell’economia è stato trainato, soprattutto, dalla forte ripresa della domanda interna, a riprova del fatto che le famiglie italiane sono tornate a spendere dopo l’annus horribilis del 2020. Ottimo anche l’incremento degli investimenti, cresciuti del 17%, a testimonianza del ritrovato vigore dell’economia italiana. Dal lato della finanza pubblica, le entrate fiscali hanno beneficiato di questa maggiore crescita e la spesa pubblica è risultata più contenuta delle attese” ha dichiarato Brunetta.

 “La crescita record del 2021 acclara la lungimiranza della strategia di politica economica del Governo e delle decisioni che ha adottato per contenere la pandemia e consentirà un altrettanto positivo effetto di trascinamento sulla crescita del 2022. Tuttavia, sull’incremento del Pil di quest’anno peseranno diverse incognite, a partire dalle tensioni inflazionistiche in corso - prosegue il ministro - per lo più legate alla componente energetica dell’aumento dei prezzi, e agli effetti negativi, ancora impossibili da quantificare, della guerra in Ucraina”. “Al contrario, il rallentamento della diffusione della pandemia che stiamo osservando in questi giorni - spiega Brunetta - induce un ragionevole ottimismo relativamente allo sviluppo delle attività economiche, che potranno beneficiare gradualmente dell’allentamento delle misure restrittive”.

 “Una crescita solida e duratura accoppiata al virtuosismo e alla sostenibilità delle nostre finanze pubbliche sono due asset fondamentali per lo sviluppo di lungo periodo della nostra economia. Nei prossimi anni, questi saranno garantiti sia da investimenti e riforme, che daranno solidità di lungo periodo alla crescita del Pil, sia da una efficace spending review”.

 “La revisione della spesa pubblica costituisce, infatti, una delle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che il Governo ha in programma di fare entro il primo semestre del 2022. In particolare, si prevede una riqualificazione della spesa nel periodo 2023-2025, che consentirà di ottenere risparmi di bilancio diretti a sostenere le finanze pubbliche, a finanziare una riforma fiscale e a promuovere misure favorevoli alla crescita”.

 "Nel 2021 l’economia italiana ha, quindi, messo molto fieno in cascina. Le riforme, gli investimenti, la credibilità dell’azione di governo hanno dato i loro frutti. Avanti così” ha concluso il ministro.