Non riesce a crescere l’occupazione che rimane ferma al 59,2%: secondo i dati dell’Istituto di Statistica a gennaio 2022 in Italia, rispetto al mese precedente, il numero di occupati è rimasto, infatti, sostanzialmente stabile. Il dato dovrebbe iniziare a destare qualche preoccupazione in quanto, anche se i disoccupati diminuiscono, la diminuzione è determinata dall’aumento degli inattivi, aumento che non è mai un buon segnale.

 Inoltre il dato stabile dell’occupazione, non è determinato da una situazione statica, ma dal rapporto intercorrente tra la crescita del numero di occupati tra gli uomini, più specificatamente i dipendenti permanenti, gli under 25 e gli ultracinquantenni e il calo del dato occupazionale tra le donne, i dipendenti a termine e gli appartenenti alle classi d’età intermedie, ovvero quelle classi di lavoratori più dinamici e innovativi.

 L’aumento degli inattivi, che sono quella fetta di persone potenzialmente attive che ha smesso di cercare lavoro, è stata a Gennaio del 2,3%, pari a -51mila unità di cittadini in cerca di lavoro rispetto a dicembre 2021. La decrescita, che solitamente indica una diminuzione di fiducia nel sistema economico, si è osservata principalmente tra gli uomini e per tutte le classi d’età, con l’unica eccezione dei 35-49enni. La crescita del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,6%, pari a +74mila unità) è stata influenzata dall’aumento osservato tra le donne e tra chi ha meno di 50 anni. Il tasso di inattività in questi primi rilevamenti del 2022 si attesta al 35,0% (+0,2 punti), un dato molto più alto della media europea.

 Confrontando il trimestre novembre 2021-gennaio 2022 con quello precedente (agosto-ottobre 2021), il livello di occupazione registrato è stato più elevato dello 0,5%, corrispondente a 120mila occupati in più. Ma il dato, apparentemente positivo, non deve trarre in inganno in quanto la crescita occupazionale che si è registrata nel confronto trimestrale è, appunto, associata alla diminuzione del numero di persone in cerca di occupazione (-1,8%, pari a -41mila unità) e di quello degli inattivi (-1,4%, pari a -188mila unità).

 Il numero di occupati a gennaio 2022 è stato comunque superiore a quello di gennaio 2021, anno influenzato dalla onda pandemica che ha portato a una depressione generale degli indici economici, del 3,3% (+729mila unità). Il tasso occupazionale al 59,2% rimane, sostanzialmente, un numero molto inferiore alla media occupazionale europea, presentando un quadro di un paese che non riesce mai a scrollarsi di dosso i propri problemi strutturali.