Il conflitto e la contrapposizione principalmente ideologica verso la Russia continuano ad avvantaggiare, come ampiamente dimostrato dai numeri e dalle statistiche, le economie emergenti e soprattutto quella degli Stati Uniti. Invece l’Unione Europea continua a pagare un prezzo altissimo che può essere riassunto nel fatto che per la prima volta l’Euro è crollato rispetto al dollaro americano.

 Sin dalla sua creazione la BCE ha sempre lavorato sul principio cardine della stabilità dei prezzi con una inflazione controllata intorno al 2%. L’aumento dei tassi di interesse avrà delle ripercussioni molto imprevedibili anche sulle imprese perché il costo del denaro è strettamente collegato anche alla erogazione dei mutui. In una nota la BCE fa sapere che "nei prossimi incontri il consiglio direttivo si aspetta di alzare ancora i tassi per smorzare la domanda e proteggere dal rischio di una persistente revisione al rialzo delle aspettative dell'inflazione". La Bce ha infatti rivisto "significativamente al rialzo" le stime sull'inflazione che ora si attende all' 8,1% in 2022, 5,5% nel 2023 e 2,3% in 2024.

 Sono state riviste dalla BCE, purtroppo, anche le stime di crescita del PIL che dopo un rimbalzo nella prima metà del 2022, ha conosciuto un sostanziale stop. L’economia dovrebbe ristagnare nel corso dell'anno e nel primo trimestre del 2023; la crescita sarà infatti del 3,1% nel 2022, dello 0,9% nel 2023 e dell'1,9% nel 2024. Sempre nelle note l’istituto di Francoforte rende noto che i prezzi molto elevati dell'energia stanno riducendo il potere d'acquisto dei redditi delle persone e, sebbene le strozzature dell'offerta si stiano attenuando, continuano a limitare l'attività economica, la guerra infatti pesa sulla fiducia di imprese e dei consumatori.

 Per quanto riguarda le fluttuazioni speculative: “"Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell'ambito del suo mandato per garantire che l'inflazione si stabilizzi al suo obiettivo del 2% nel medio termine. Il Tpi (o scudo anti-spread, ndr) è disponibile per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate che rappresentano una seria minaccia per la trasmissione della politica monetaria in tutti i Paesi dell'area dell'euro, consentendo così al Consiglio direttivo di adempiere più efficacemente al proprio mandato di preservare la stabilità dei prezzi".