Un aumento così alto potrebbe avere degli effetti recessivi

Gli effetti della crisi bellica e del conseguente aumento delle materie prime hanno fatto sentire il loro effetto.

Come rileva l’ISTAT, nella rilevazione media del 2022, i prezzi alla produzione nel settore industriale hanno fatto registrare una crescita del 34,4%, la più alta dal 2000, ossia da quando è disponibile la serie storica dell'indice per il mercato totale. Un dato molto allarmante che rischia di portare il mondo imprenditoriale italiano, soprattutto le PMI e gli studi professionali, a fronteggiare per il 2023 mesi ancora più difficili.

Nella nota diramata, l'Istat ha messo in luce come, a contribuire questo aumento monstre, siano state le dinamiche che si sono verificate sul mercato interno (+42,7%). Tali dinamiche sono state condizionate dall'andamento dei prezzi dei prodotti energetici (+104,3%; dato che era al +33,6% nel 2021). Al netto di questi prodotti, la crescita media annua dei prezzi sul mercato interno è del 12,8%, con un aumento del +5,4% rispetto al 2021.

Per le costruzioni, la crescita in media d'anno dei prezzi nel 2022 è più che raddoppiata rispetto a quella del 2021 e riflette soprattutto l'aumento dei costi dei materiali, costi che si ripercuotono su ogni segmento della catena di produzione.

 A dicembre 2022 i prezzi alla produzione dell’industria sono aumentati del 2,9% su base mensile e del 31,7% su base annua (era +29,4% a novembre).