La crisi bellica potrebbe portare a mesi difficili di decrescita

Tanto tuonò che piovve, nonostante le rassicurazioni e gli interventi della BCE su costo del denaro e inflazione, la crisi bellica in Ucraina potrebbe portare l’eurozona verso la recessione tanto temuta.  Secondo le stime dei ricercatori dell’Ufficio federale di statistica tedesco, l’economia tedesca non è cresciuta, ma ha fatto registrare una contrazione congiunturale dello 0,2% nell’ultimo trimestre del 2022, rispetto al +0,5% del trimestre precedente (rivisto da +0,4%). Questo scenario va ad aggiungersi a un panorama di inflazione che continua a mantenersi su livelli molto elevati (+8,6%).

Nonostante su base annua, il Pil mostri una crescita dello 0,5% nel quarto trimestre 2022, questo dato generale aggregato risulta inferiore dello 0,8% rispetto alle stime del governo.

Anche se ancora non si può parlare di decrescita strutturale, è facilmente intuibile come una seconda e ulteriore contrazione consecutiva nel trimestre gennaio-marzo rappresenterebbe un chiaro scenario di allarme perché porterebbe portare in recessione la prima economia della zona euro, e questo accadrebbe nonostante le rassicurazioni del governo e i segnali di fiducia emersi dagli ultimi dati economici in previsione. 

Il governo della Repubblica Federale ha comunque affermato, la scorsa settimana, che gli analisti prevedono una crescita dello 0,2% per il 2023, rispetto a una precedente previsione di una contrazione dello 0,4%. Il ministro dell’Economia Robert Habeck ha però avvertito che la recessione rimane sempre possibile perché deriva da fattori esogeni essendo stata innescata dal conflitto tra Russia e Ucraina non è finita. La recessione in Germania avrebbe un effetto domino, portando con se le altre economie dell’eurozona Italia compresa, con enormi problemi per le imprese e le famiglie italiane.