Perrini: “Necessario individuare nuovi finanziamenti con celerità”
La nuova rimodulazione del Pnrr prevede un cambio di priorità degli interventi per un totale di 15,9 miliardi. Tra questi 1,287 miliardi erano destinati al dissesto idrogeologico.
“È necessario – ha affermato Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI – individuare nuovi finanziamenti con celerità, sia per garantire l’esecuzione delle opere finalizzate alla protezione del territorio, ma trattandosi di opere sia in fase di programmazione e progettazione che in fase di realizzazione, l’eliminazione, porterà criticità nella gestione contabilità ed amministrativa dei Comuni e degli Enti che avevano già impegnato le somme”.
I dati che emergono dalla scheda tecnica sul dissesto idrogeologico elaborata dal Centro Studi CNI nei mesi scorsi, evidenzia che negli ultimi 20 anni la spesa per interventi è stata pari a 6,6 miliardi di euro, per un totale di 6.063 interventi ed un valore medio di poco superiore a 300 milioni di euro. Si stima, dai diversi dati disponibili, che per innalzare in modo “efficace” il livello di sicurezza contro i rischi sempre più imminenti, servirebbero ancora 8.000 opere di prevenzione per una spesa poco inferiore a 27 miliardi di euro. A fronte di queste necessità, il Piano Nazionale per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico (ProteggItalia) varato nel 2019, prevede per il periodo compreso tra il 2019 ed il 2030 stanziamenti per 14,3 miliardi di euro, parte dei quali destinati a opere emergenziali connesse ad eventi calamitosi, interventi di messa in sicurezza dei territori ed infrastrutture, interventi per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico.
Per risolvere il problema del dissesto idrogeologico servono almeno 26,58 miliardi di euro. Tale è il valore delle richieste provenienti dagli Enti Locali registrati sulla piattaforma RENDIS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) che ammontano complessivamente a 7.811. Sono cifre che non devono sorprendere se si considera che 6,8 milioni di abitanti risiedono in aree a rischio alluvionale medio e 2,4 milioni vivono in zone alluvionali ad alto rischio, complessivamente il 15% della popolazione. Gli edifici in zone alluvionali ad alto e medio rischio sono 2,1 milioni, il 15% del totale.