Discreti segnali per l’economia italiana in vista di un autunno difficile

Come sottolineano i recenti report dell’ISTAT sull’andamento occupazionale in Italia, ad agosto, rispetto al mese precedente, si è osservata una timida crescita degli occupati, che rispecchia un trend positivo che dura da un anno. Secondo le statistiche, il numero degli occupati è aumentato dello 0,3%, pari a un incremento di 59.000 unità. Questo aumento ha riguardato sia uomini che donne, lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi. Una nota sicuramente da tenere in considerazione è che i gruppi demografici più colpiti da questa recente crescita occupazionale si sono rivelati i giovani tra i 25-34 anni e gli individui di età superiore a 50 anni.

In piena coerenza con questo dato, Il numero di persone in cerca di lavoro è diminuito del 3,2%, un dato sicuramente positivo che fa ben sperare per la nostra economia, soprattutto in vista di un autunno che si preannuncia difficile. I dati dell’Istat sono ancora più positivi se li si considera in un arco di tempo più lungo: se si confronta infatti il trimestre giugno-agosto 2023 con quello precedente (marzo-maggio 2023), si nota un aumento dell'occupazione pari allo 0,5%, con un incremento di 129.000 occupati. Questo aumento è stato accompagnato, cosa non sempre scontata, da una diminuzione, sia delle persone in cerca di lavoro (-4,2%, pari a -81.000 unità), che degli inattivi (-0,5%, pari a -58.000 unità).

Rispetto al 2022, anno in cui erano ancora presenti gli echi della difficile crisi pandemica, la crescita occupazionale è stata sicuramente marcata: l’occupazione è cresciuta del 2,3%, con un aumento di 523.000 unità di forza lavoro attiva. Questo aumento ha portato a una crescita anche del tasso di occupazione complessivo, tasso che è aumentato di 1,4 punti percentuali, investendo tutte le categorie produttive, nonché tutte le fasce di età senza eccezione alcuna. Facendo un confronto con quanto accadeva ad agosto 2022, il numero di persone in cerca di lavoro è diminuito del 9,1%, pari a -185.000 unità, e il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni è sceso del 3,1%, pari a -398.000 unità.

I dati dell’ISTAT sono una buona conferma per il nostro paese che è uno dei pochi in Europa che fa segnare dati positivi. Il miglioramento generale dei dati occupazionali servirà a procedere sempre più verso la strada maestra della crescita, abbandonando la tentazione di politiche di austerità che non hanno mai giovato a nessuno.