Lo spettro di una crisi energetica alimentata dalla carenza di gas e di materie prime in generale irrompe in tutta Europa e nelle economie avanzate, lanciando segnali allarmanti per la ripresa economica post lockdown.

Gli operatori del settore gas e energia che si occupano degli stoccaggi hanno inviato un chiaro avvertimento alla Ue: i depositi, infatti, sono pieni "solo" al 73% il che significa concretamente che ci si trova di fronte a un dato che si attesta su 16 punti percentuale in meno rispetto alla media degli ultimi cinque anni.

La carenza in particolare di gas sta facendo lievitare verso l’alto i prezzi di moltissime altre materie prime che potrebbero, con molta probabilità, salire ancora, incidendo sia sul costo della vita che sul costo di tutte quelle attività legate alla edilizia, alla cantieristica oltre che andare a far aumentare i costi di moltissimi altri progetti che riguardano il mondo delle professioni e delle PMI.

L’impatto della carenza di gas sul mondo dell’edilizia e dei cantieri potrebbe anche arrivare a mettere in crisi l’impianto del superbonus 110% che, dopo un avvio a rilento, sembra finalmente funzionare a pieno regime.

Sul tema è intervenuto il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano che, parlando proprio del Superbonus 110%, in una recente intervista a Rai News 24 ha affermato che “sicuramente una delle criticità attuali è quella della carenza di materiali che si è aggravata in queste ultime settimane e in generale in questi ultimi mesi. Questo problema è un problema non solo del superbonus, ma riguarda tutto l’apparato produttivo del paese ma anche l’apparato produttivo degli altri paesi europei che si trovano, in questo momento, a corto di materie prime e anche di prodotti utilizzati nel campo dell’edilizia”.

I motivi di questa carenza di gas e di materie prime in generale sono molteplici e sono frutto di economie globali e interconnesse dove ogni fenomeno che accade a livello macro economico mondiale si ripercuote nelle economie dei singoli paesi e in tutti i settori produttivi. Il settore dell’Automotive, come rimarcato sempre dal Presidente Zambrano nell’intervista, sta soffrendo infatti la mancanza di chip e componentistica il che sta rallentando la produzione.

La Cina e la Russia stanno inoltre giocando una lotta geopolitica facendo sentire il loro peso nello scacchiere internazionale: cercano di orientare a loro vantaggio la voglia di ripresa economica mondiale dopo la recessione e gli shock esogeni causati dalla pandemia. 

Le due potenze mondiali fanno in questo modo pesare la loro importanza, rallentando la catena di fornitura. La Russia lo fa con il gas, la Cina non solo con la componentistica, ma anche con i fosfati, importanti per i fertilizzanti, di cui è primo esportatore mondiale e per i quali è stato bloccato l’export fino a tutto il 2022.  In virtù di questi motivi i livelli di scorte di gas in Europa sono molto più bassi rispetto alla media, esponendo così molti paesi al rischio di una crisi energetica.

La politica è chiamata adesso a fornire risposte adeguate in modo tale da riuscire ad evitare una crisi energetica e il conseguente possibile blocco di molte attività e cantieri già avviati che il paese, lentamente in ripresa dopo le politiche di lockdown, non può permettersi.

Inoltre il governo è chiamato anche a dare un segnale al mondo delle professioni e delle imprese, sia sulla proroga del superbonus fino al 2023 che, soprattutto, sulla trasformazione del superbonus stesso in misura strutturale come chiesto dal CNI e dai professionisti, perché, sempre citando le parole di Zambrano, “una misura così importante non può essere legata a un periodo così breve e il 2023 è prossimo”.