Dalle analisi dell’Istat, rilevate sulla base dei dati forniti dai notai, risulta che nel secondo trimestre del 2021 l’indice destagionalizzato delle compravendite immobiliari ha accelerato il suo trend di crescita con cui si era concluso in 2020, anno che ha fatto segnare, nei sue due ultimi trimestri, una ripresa per un settore sprofondato in una vera e propria crisi in seguito a numerose, quanto imprevedibili, variabili di mercato.

L’aumento, come affermano gli analisti dell’istituto di statistica, è riscontrabile in tutte le regioni italiane con una forte spinta da parte di alcune regioni del Nord come la Lombardia.

La compravendita del settore immobiliare, soprattutto alla luce delle caratteristiche territoriali e morfologiche italiane, è strettamente legata anche a tutti quei fattori che sono determinanti per la qualità della vita. Secondo un altro studio di settore di Nomisma, l’interesse riscontrato nei confronti della casa e della qualità della vita che un ambiente può garantire è stato nel 2021, decisamente superiore alle attese e ha avuto delle caratteristiche del tutto nuove.

La pandemia, il consolidarsi di forme di lavoro in remoto e la ricerca della sostenibilità, in questo senso, hanno spinto e favorito un cambiamento comportamentale abitativo con priorità diverse: nel 2021 la domanda degli immobili si è allontanata dalle zone centrali spingendosi nelle zone periferiche e residenziali, zone considerate meno affollate, meno caotiche e più verdi.

Nel 2021, infatti, più di 3,3 milioni di famiglie, indipendentemente dalla propria situazione economica, hanno cercato un nuovo immobile. Questa rinnovata domanda di soluzioni diverse, ha evidenziato come il mutuo sia lo strumento più utilizzato per cambiare abitazione: nell’anno che si è appena concluso la domanda ha conosciuto una forte crescita con un tasso di copertura delle compravendite del 52,5%.

Infatti dai dati ISTAT risulta che, nel 2021, le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari hanno ammontato a 214.804 nel I trimestre 2021 (+6,1% rispetto al IV trimestre 2020 e +36,7% su base annua) e a 263.651 nel II trimestre (+5,1% rispetto al trimestre precedente e +76,0% su base annua). Il 94,7% delle convenzioni stipulate nel II trimestre ha, inoltre, riguardato trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo (249.587), il 5,0% quelle a uso economico (13.144) e lo 0,3% le convenzioni a uso speciale e multiproprietà (920).

Rispetto al II trimestre 2020, le transazioni immobiliari sono cresciute, addirittura, del 75,4% nel comparto abitativo e dell’87,7% in quello economico che riguarda uffici e altre attività, accelerando la crescita su base annua già evidenziata nel I trimestre (rispettivamente +37,2% e +29,3%). La crescita tendenziale osservata nel II trimestre interessato tutto il Paese sia per l’abitativo (Isole +94,1%, Sud +87,8%, Nord-ovest +78,2%, Centro +72,0% e Nord-est +60,9%; piccoli e grandi centri: +82,9% e +66,7%) sia per l’economico (Isole +128,2%, Nord-ovest +94,2%, Sud +85,6%, Centro +82,3%, e Nord-est +73,1%; piccole e grandi città: +89,1% e +85,8%).

Questa crescita si va ad inserire in un quadro di rinnovata fiducia che sta investendo un po' tutti i settori produttivi e che lascia ben sperare per l’anno appena iniziato.