Il Parlamento Europeo ha compiuto un altro passo verso la transizione ecologica, non senza degli effetti collaterali pieni di contraddizioni. Con un maggioranza di 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astensioni, è stato approvato l'accordo, già sottoscritto a Novembre dello scorso anno, sul taglio delle emissioni di CO2 che riguarda principalmente i veicoli di uso comune come le automobili e gli altri mezzi leggeri. Secondo tale accordo nel 2035, non potranno più circolare auto a benzina e diesel, dato che il taglio delle emissioni dovrà essere pari al 100%, il che equivale, come è intuibile, allo stop totale alla vendita dei veicoli a motore termico, alimentati a benzina o a diesel.

Se sicuramente per le issue legate alla transizione ecologica questa rappresenta una buona notizia, il blocco così repentino e quasi “brutale” dei veicoli alimentati a combustibile fossile presenta un conto salato per moltissimi addetti ai lavori che, lavorando nel settore automobilistico “tradizionale”, si vedranno ben presto o ricollocare ad altre mansioni, o, nei casi peggiori, dovranno affrontare il licenziamento.

I posti di lavoro a rischio sono migliaia. Solo la Ford, infatti, nel programma aziendale di conversione verso la mobilità elettrica , metterà alla porta 3.800 dipendenti Ford in Europa, entro il 2025. Il piano, nello specifico, interessa 2.300 posti solamente nei siti tedeschi di Colonia e Aquisgrana, di cui 1700 ingeneri progettisti operanti in Germania, mentre gli altri tagli, 1.300, avverranno nel Regno Unito. Di questi ultimi licenziamenti del Regno Unito quasi la totalità sarà rappresentata da ingegneri che per anni hanno dato il loro contributo allo sviluppo del colosso americano.

Ma il numero dei licenziamenti Ford appare esiguo se paragonato alla tempesta in arrivo. Infatti uno studio della Fondazione di Ricerca tedesca Hans-Boeckler Stiftung, ha quantificato in circa 600.000 i posti di lavoro, tra colletti bianchi e operai, che potranno essere a rischio da qui al 2035. Il mondo degli ingegneri progettisti è rischio anche nel nostro paese, dove sono molte le menti operanti nel settore.

Motivo per cui il nuovo presidente di Acea, l'associazione delle imprese europee di produttori auto, Luca De Meo ha fatto un chiari richiamo all’Unione sui rischi e le ricadute in termini occupazionali della messa al bando in Europa dei motori endotermici in maniera così repentina. La legge dovrà comunque subire altri due ulteriori passaggi: infatti dopo il voto finale in plenaria, il testo dovrà ora essere formalmente approvato anche dal Consiglio europeo, ma la strada verso le emissioni zero sembra già segnata.